CER: come individuare i membri e come proporle
Quando si parla di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), sono molte le domande che ci si pone, tra le quali, ad esempio, come individuare i possibili membri e come proporle agli stessi.
Per rispondere a questa domanda, bisogna partire dalla considerazione che le conformazioni possibili di una CER sono varie e possono coinvolgere aree più o meno ampie e soggetti di diversa natura (privati, aziende, pubbliche amministrazioni, ecc.) e quindi non esiste un’unica modalità di individuazione dei possibili membri e di proposta di costituzione della Comunità. Queste modalità dipendono essenzialmente dalla tipologia di promotore dell’iniziativa, dalle condizioni tecniche di appartenenza alla CER previste dalla normativa e dalle valutazioni sorte dall’analisi di fattibilità.
Indice dei contenuti:
CER: individuare il promotore
Per quanto riguarda il promotore, se si tratta di una pubblica amministrazione, è sicuramente utile organizzare occasioni di informazione e formazione che possano motivare e sensibilizzare i cittadini, ma anche gli imprenditori, gli enti e le associazioni locali sui vantaggi - ambientali, sociali ed economici - di entrare a far parte di una CER. Se il promotore è un’azienda, è sicuramente un’ottima idea quella di coinvolgere le associazioni industriali o del commercio locali per incontri tematici con altre imprese del territorio. Le aziende possono anche promuovere momenti di incontro o informative sull’argomento per i dipendenti e un’indagine interna per valutare il loro interesse. Il privato, invece, si può muovere attivando la sua rete di contatti di quartiere oppure il suo condominio. Nel corso di queste iniziative, è importante anche procedere alla raccolta dei dati degli interessati, in modo da costituire la base per le successive valutazioni.
Condizioni tecniche di adesione
Raccolte le manifestazioni di interesse, si deve infatti passare all’analisi del rispetto delle condizioni tecniche di adesione degli interessati stessi. La prima condizione è l’appartenenza dei membri ad una delle categorie di soggetti ammessi a far parte della CER: persone fisiche, piccole-medie imprese, enti territoriali o autorità locali, ivi incluse, ai sensi dell’art. 31, comma 1 lettera b) del D.Lgs. 199/21, le amministrazioni comunali, gli enti di ricerca e formazione, gli enti religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale nonché le amministrazioni locali. La seconda condizione risponde al criterio di “vicinanza”: ai sensi delle “Regole tecniche per l’accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione dell’energia elettrica condivisa” del GSE, i POD dei membri devono essere connessi a reti elettriche di bassa tensione, alimentate dalla medesima cabina di trasformazione primaria di media/alta tensione. La Delibera ARERA 318/2020/R/eel prevede che questo requisito debba essere rispettato al momento della presentazione dell’istanza di accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione al GSE da parte della Comunità. La terza, ed ultima, riguarda il numero minimo dei membri (almeno due) e la possibilità di disporre di almeno un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili. Per disponibilità si intende non solo la proprietà (che può essere di uno dei membri o della Comunità stessa), ma qualsiasi titolo giuridico sull’impianto (l’usufrutto, il comodato d’uso, l’affitto, ecc.).
Fattibilità
Una volta verificate queste condizioni, si può passare all’analisi di fattibilità, che deve prendere in esame gli impianti disponibili già esistenti (se entrati in esercizio successivamente all’1 marzo 2020 sono ammessi solo fino al 30% sul totale), le superfici per installare i nuovi impianti, e quindi il potenziale di produzione energetica, nonché i consumi, totali e per fasce orarie, dei potenziali aderenti, in modo da poter elaborare uno schema iniziale di CER (che identifichi i produttori, i prosumer e i consumatori e i relativi “flussi” di energia prodotta e consumata). Ricordiamo che gli incentivi previsti per le CER sono proporzionali alla quantità di energia condivisa tra i membri, pertanto è fondamentale che questo schema cerchi di massimizzare l’equilibrio tra energia prodotta e consumata. A partire dallo schema si potrà quindi passare all’analisi finanziaria ed economica del progetto e costruire il business plan della Comunità, che definisce costi e ricavi e un’ipotesi di suddivisione di questi ultimi tra i membri. Nel piano è utile inserire, insieme ai benefici economici, anche i vantaggi di ordine ambientale e sociale che l’iniziativa può apportare. Il business plan costituirà la base per la proposta di CER ai potenziali membri, che ne devono innanzitutto comprenderne la sostenibilità e convenienza.
Da quanto esposto si evince che l’identificazione dei potenziali aderenti ad una Comunità Energetica Rinnovabile, nonché la sua pianificazione e proposta di costituzione richiedono un lavoro strutturato che è bene affidare a società in grado di svolgerlo in modo completo e competente.
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