impianto fotovoltaico sul tetto di un capannone

Negli ultimi tempi, si sta riscontrando un crescente interesse nei confronti dei gruppi di autoconsumo collettivo e delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili). Queste nuove realtà stanno apportando significativi cambiamenti nel paradigma del sistema elettrico tradizionale, in Italia e all'estero. La spinta verso la ricerca di soluzioni innovative e alternative di approvvigionamento energetico, sia da parte del privato che dalle aziende, deriva dall'obiettivo di ridurre i costi per tutelare il pianeta e di non dipendere dalle dinamiche geopolitiche internazionali. Assoluto protagonista di questo cambiamento è il fotovoltaico; i benefici che ne derivano riguardano sia l'aspetto economico che quello sociale e ambientale, per questo è fondamentale approfondire quali opportunità ci sono per sfruttare in modo sempre più intelligente l'energia solare. Tra queste, una nuova è rappresentata dall’autoconsumo diffuso.

L'autoconsumo diffuso permette di dare una risposta efficace al fabbisogno energetico di famiglie e aziende, garantendo degli introiti economici che aiutano ad alleggerire le spese e diversi altri vantaggi. In questo approfondimento parleremo di uno dei modi in cui si concretizza l'autoconsumo diffuso, cioè dei gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, non solo per scoprirne i vantaggi ma anche per comprendere come attuarli concretamente.

Gruppo di autoconsumo collettivo: di cosa si tratta

Tra le diverse modalità di autoconsumo diffuso previste dai decreti legislativi 199/21 e 210/21 esistono i cosiddetti gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che operano in modo collettivo e che sono disciplinati dal Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD, Allegato A alla deliberazione 727/2022/R/eel). Si tratta di gruppi composti da almeno due soggetti che si trovano nello stesso edificio e che sottoscrivono un accordo privato per condividere energia rinnovabile prodotta con impianti a disposizione del gruppo connessi alla stessa cabina primaria a cui conferisce l’edificio. A differenza delle Comunità Energetiche Rinnovabili,  che sono degli enti giuridici i cui membri possono essere collocati in edifici diversi, in questo caso si fa riferimento a un singolo edificio ed è sufficiente una scrittura privata, senza bisogno di costituire un ente.

Il gruppo può essere composto dai seguenti soggetti: persone fisiche, aziende ed enti pubblici, che hanno utenze elettriche all’interno dello stesso edificio.

Condizioni per la creazione di un gruppo di autoconsumo collettivo di energia elettrica rinnovabile

Gruppo di autoconsumo collettivo: di cosa si tratta:

Ecco quali sono le condizioni per la realizzazione di un gruppo per l’autoconsumo collettivo:

Partecipanti

Possono aderire ad un gruppo di autoconsumo collettivo tutti quei soggetti (privati, piccole-medie aziende e grandi aziende ed enti pubblici) che hanno un punto di connessione elettrica (POD) nello stesso edificio. I soggetti possono essere consumatori, produttori o prosumer (produttori-consumatori) di energia rinnovabile.

Per le aziende, la partecipazione al gruppo ed i relativi ricavi non possono costituire l’attività economica principale.

Inclusione di altri membri

Nuovi membri possono sempre unirsi al Gruppo, a patto che abbiano un punto di connessione nello stesso edificio e che rispettino i requisiti stabiliti dal Gruppo

Produzione e condivisione dell’energia

Il Gruppo deve avere la disponibilità di uno o più impianti di produzione di energia rinnovabile e questi impianti devono essere connessi alla stessa cabina di trasformazione primaria delle utenze dei membri.

Gli incentivi statali sono erogati al Gruppo in modo proporzionale alla quantità di energia prodotta dagli impianti di cui dispone che viene immediatamente consumata dai membri del gruppo.

Gestione del gruppo

L’amministrazione del Gruppo comporta alcuni compiti da svolgere, come gestire i rapporti con il GSE per la rendicontazione degli incentivi o indire le assemblee per stabilirne la suddivisione tra i membri o l’impiego alternativo. È bene nominare un rappresentante (solitamente l’amministratore di Condominio, ma che può essere anche un membro del Gruppo) incaricato di queste attività. 

Gestione degli impianti di produzione

La proprietà degli impianti può dei membri, oppure di soggetti terzi che li mettono a disposizione del gruppo. La gestione e manutenzione degli impianti resta in capo ai proprietari degli stessi. 

I vantaggi di un gruppo di autoconsumo collettivo

Come già accennato, ci sono diversi vantaggi nel costituire e far parte di un Gruppo di autoconsumo collettivo.

Il primo riguarda naturalmente l’aspetto economico. Tutti i membri del Gruppo infatti beneficiano degli incentivi statali che la legge prevede per queste entità. Tali incentivi sono corrisposti come contributo economico erogato per ogni kWh di energia condivisa dai membri del Gruppo. Per “energia condivisa” si intende quella parte di energia prodotta dagli impianti a disposizione del Gruppo che viene consumata dai suoi membri nel giro di un quarto d’ora. I membri produttori o prosumer (o, nel caso sia il proprietario di un impianto, anche il condominio stesso) possono inoltre godere dei risparmi in bolletta, perché parte dei propri consumi verrà coperta dai propri impianti, e dei compensi economici per la vendita dell’energia eccedente quella consumata. 

In secondo luogo, presupponendo l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, il Gruppo di autoconsumo collettivo favorisce la produzione ed il consumo di energia pulita e quindi si colloca a pieno titolo tra le iniziative a favore della salute dell’ambiente e dell’essere umano.

Infine, questa nuova forma di approvvigionamento energetico ha anche risvolti di tipo sociale, promuovendo la cultura della condivisione, l’accessibilità di tutti alle fonti rinnovabili, un coinvolgimento ed una consapevolezza maggiori degli individui sulle questioni ambientali ed energetiche.

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